N° 71

                                                                                                           

PREPARATIVI PER UNA VENDETTA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Tony Stark e Pepper Potts escono dall’aeroporto J.F.K di New York ignari di essere nell’occhio di un mirino telescopico.

-Tony Stark… Tony Stark.- borbotta l’uomo che li sta osservando -… potrei ucciderti facilmente adesso e nessuna sofisticata armatura ti potrebbe salvare adesso, ma dove sarebbe il divertimento? No, Stark, vivrai quanto basta per perdere tutto ciò che hai di più caro e desiderare di essere morto. Solo allora mi riterrò soddisfatto.-

            Con una rapida virata l’elicottero con a bordo l’uomo punta deciso verso un eliporto nel centro di New York.

 

            Un volo privato della REvolution attraversa l’Oceano Atlantico trasportando solo tre passeggeri: il presidente di quella società James Rupert Rhodes, massiccio uomo di colore il cui volto è incorniciato da baffi e pizzetto, davanti a lui la dottoressa Glenda Sandoval, medico umanitario la cui carnagione rivela le sue ascendenze miste africane, ispaniche e dell’etnia indigena che un tempo abitava Portorico, un mix molto gradevole a vedersi. Al suo fianco, suo marito, Parnell Jacobs, un nero dal cranio rasato e folti baffi che un tempo era un mercante d’armi e ora si è riciclato come pilota di aerei turistici.

-Ti ringrazio di averci offerto questo passaggio, Jim.- sta dicendo la donna.

-Portare te e Parnell a casa era il minimo che potevo fare.- ribatte Jim Rhodes -Ormai era chiaro che la Rudyarda non era più posto per noi.-

-Non sono ancora sicuro che non avresti dovuto uccidere il Dottor Crocodile.- sentenzia Parnell Jacobs.

-La violenza non è mai la risposta giusta ad altra violenza, Parnell.- replica Glenda.

-A volte è l’unica risposta.- ribatte suo marito.

-Che intenzioni avete adesso?- chiede Rhodey cercando di cambiare discorso.

            Glenda scuote la testa.

-Non so.- risponde -Io sono un medico: non me la sento di far finta di nulla quando la gente soffre.-

-Puoi aiutare la gente anche senza andare in zona di guerra. Non ti permetterò di rifarlo… non senza che io ti segua.-

            Mentre Parnell stringe la mano della moglie Jim Rhodes pensa al suo futuro: come lo accoglierà la donna che ha sposato?

 

            Dall’ampia terrazza Sebastian Shaw guarda in direzione di Flushing nel Queens. Quella troia di Sunset Bain ha osato sfidarlo e presto ne pagherà il prezzo: le toglierà tutto quello a cui lei e quel patetico Morgan Stark tengono.

-Tutto.- borbotta.

            Colpisce con un pugno la ringhiera che si piega mentre la sua mano destra risplende di energia. Alle sue spalle una donna seminuda dai capelli neri ride.

 

 

2.

 

 

           

Il primo sole del mattino filtra attraverso le tende nella stanza da letto sorprendendo Sunset Bain già sveglia.

-Non pensavo fossi un tipo mattiniero.- le dice Shinobi Shaw.

-Sono tante le cose che non sai di me…- risponde Sunset -… e mi va benissimo così.-

-Capisco. Hai pensato a ciò che ti ho detto ieri notte?-

            Sunset passa la mano sul petto nudo di Shinobi e sorridendo replica:

-Ho molto apprezzato… tra le atre cose… che tu mi abbia avvertito delle intenzioni ostili di tuo padre.-

-Non devo nulla a mio padre.- replica Shinobi -Avrai tutti i particolari sui suoi piani in cambio della presidenza delle Industrie Shaw dopo l’acquisizione e di un seggio nel Consiglio dei Direttori della Stark-Fujikawa… le stesse condizioni che avevi offerto a mio padre e che lui ha rifiutato.-

-Mi sembra ragionevole: ho il potere di accettare queste condizioni, quindi affare fatto.-

-Bene. Fai preparare un contratto e dopo la firma ti darò tutti i particolari sull’assalto che mio padre sta progettando coi suoi soci del Cerchio Interno del Club Infernale.-

-Shinobi caro, devo pensare che non accetti la mia parola? Non ti fidi di me?-

-Mi fido, mia cara Sunset… quanto tu ti fidi di me.-

            Sunset Bain scoppia in una risata divertita.

 

            Tony Stark chiude la comunicazione e ripone il suo telefono cellulare.

-Buone notizie?- gli chiede Pepper Potts.

-Kathy sta bene.- risponde lui -E anche Philip. A quanto pare Bethany Cabe ha scoperto che a cercare di ucciderlo è stato un tale che si fa chiamare lo Straniero.-

-Lo Straniero? E chi sarebbe?-

-Un pericoloso killer internazionale, forse un Inglese, il cui vero nome è sconosciuto e che sarebbe a capo di un’associazione di assassini chiamata i 1400.-

-E perché vorrebbe morto tuo figlio?-

-Perché qualcuno lo ha pagato per ucciderlo e vorrei tanto sapere chi e perché.-

-Pensi che sia lo stesso che ti ha inviato le foto cerchiate dei tuoi figli?-

-Me lo sento nelle ossa… e la cosa mi riempie di frustrazione: affrontare un rivale in affari oppure un supercriminale nei panni di Iron Man è facile ma un complotto… non sapere chi trama nell’ombra e quando e chi colpirà…-

            Pepper lo abbraccia.

-Non sarai solo ad affrontare questa minaccia: io sono con te… al tuo fianco.-

            Tony sorride

-Ti ringrazio Pep… so che posso contare su di te.-

 

            Quando i due uomini e la donna di colore escono dal terminal dei voli privati dell’Aeroporto Fiorello La Guardia, una donna dai capelli biondi corre verso di loro esclamando:

-Jim!-

-Rae?- esclama a sua volta Jim Rhodes mentre sua moglie vola tra le sue braccia.

-Mi sei mancato da morire.- mormora lei baciandolo con passione

            Se glielo chiedessero Rhodey non saprebbe dire quanto dura quel bacio, poi sia lui che Rae odono un discreto tossicchiare e si volgono verso Glenda Sandoval.

-Scusatemi.- dice Rae sorridendo -Sono felice di rivederla in buona salute dottoressa Sandoval.-

-La prego, mi chiami Glenda.-

-E io sono Parnell.- aggiunge suo marito.

-Ottimo… io sono Rae. Ovviamente siete ospiti miei e di Rhodey per tutto il vostro soggiorno a New York. Contate di fermarvi molto?-

            Gran bella domanda, pensa Rhodey, piacerebbe anche a me avere una risposta.

 

 

3.

 

 

            Principato di Monaco, nelle colline nei pressi di una lussuosa villa ora pesantemente danneggiata la figura in armatura nota come Iron Man atterra depositando due persone: una donna bionda in blue jeans e maglietta rossa che stava aggrappata a lui ed un uomo tra i cinquanta ed i sessant’anni dai capelli e barba sale e pepe vestito elegantemente con una specie di smoking ed una mantellina, per tacere del monocolo all’occhio destro che contribuisce a dargli un’aria decisamente retrò.

-Sei davvero convinto di aver avuto una buona idea rapendomi O’Brien?- dice rivolto all’uomo in armatura.

<<E così pensi di sapere chi sono, Nefaria.>> replica Mike O’Brien.

-Oh… so molte altre cose se è per questo.- ribatte il Conte Nefaria, uno dei più potenti e temuti capi criminali europei -Cose che riguardano te ed i tuoi amici che forse non vorresti fossero conosciute dalla deliziosa agente dello S.H.I.E.L.D. qui con noi. Non ha voluto dirmi il suo nome purtroppo.-

-Puoi chiamarmi Agente 324.- replica Judith Klemmer.

-Ah… il classico numero di matricola. Non sostituisce la poesia di un nome… un nome tedesco direi … Germania meridionale, Austria o Svizzera direi dal velato accento che sento.-

<<Falla finita coi tuoi giochetti, Nefaria. Sei nelle nostre mani e ci rimarrai.>>

-Ma per quanto? Sono certo che la Squadra della Morte mi sta già cercando. Li pago molto bene dopotutto.-

<<Anche se ci trovano, tu non te la caverai comunque.>>

-Davvero? Intendi minacciarmi di morte? Non funziona credimi. Sei un supereroe ed i supereroi hanno un’etica da seguire… come pure i poliziotti e tu eri un poliziotto e anche un agente federale non è vero?-

-Io ti ucciderei senza troppi rimorsi e conosco diversi modi di farlo anche a mani nude.- ribatte Judith.

            Nefaria sogghigna e replica:

-Sì, ne sono convinto, fräulein 324… e adesso avrà modo di dimostrarlo, credo.-

            Seguendo lo sguardo di Nefaria Iron Man e Judith Klemmer alzano gli occhi al cielo dove si staglia la figura alata della donna chiamata Caccia.

-Ora è solo questione di tempo perché arrivi il resto della Squadra della Morte. Siete pronti a combattere?-

 

            La telefonata raggiunge Tony a cena e quando lui vede chi chiama fa una smorfia di disappunto.

-Un seccatore?- gli chiede Pepper Potts.

-Molto peggio.- replica lui poi si decide a rispondere alla telefonata:

-Cosa vuoi Sunset?-

            Sunset Bain? La cosa deve essere davvero seria se la Vice Presidente a capo del settore Scienza e Tecnologia della Stark-Fujikawa chiede aiuto al suo peggior rivale nonché ex amante, pensa Pepper. L’espressione sul volto di Tony mentre la sua interlocutrice gli parla è decisamente significativa.

-Un attacco?- commenta Tony -Le vostre guardie di sicurezza e quello Steel Warrior non bastano? Ah capisco… beh… sì credo di poter inviare Iron Man… cosa ti fa pensare che io possa mettermi in contatto con War Machine? Non esagerare Sunset.-

            La telefonata termina e Pepper si rivolge al suo uomo:

-Guai in vista suppongo.-

-Quando c’è di mezzo Sunset Bain i guai non mancano mai.- replica Tony -Mi ha appena detto di aver saputo che Sebastian Shaw ha organizzato un raid contro la Stark-Fujikawa per vendicarsi del tentativo di acquisizione ostile della sua azienda. Userà agenti superumani e Sunset ha chiesto l’aiuto di Iron Man.-

-E tu le credi?-

-Sunset è… perdonami il termine… una puttana manipolatrice ma anche Sebastian Shaw è un dannato bastardo… anche se finora non ci sono prove che sia impegnato in attività illegali… e poi c’è un altro fattore importante: posso non essere più il maggiore azionista, ma quella rimane pur sempre l’azienda fondata dal mio trisnonno e nella fabbrica di Flushing ho passato buona parte della mia vita. Non posso restare a guardare mentre viene distrutta.-

-Quindi l’aiuterai.- non una domanda ma una constatazione.

-La aiuterò sì.-

-Quindi immagino che questo significhi la fine della nostra serata.-

-Niente affatto. Il pericolo non è imminente e noi abbiamo il diritto di divertirci insieme. Qui fanno il miglior Boeuf bourguignon della città e non me ne andrò senza averlo gustato.-

 

            Howard A. Stark Memorial Hospital. Da mesi ormai in questa stanza privata una giovane donna giace in coma. Il suo volto è orribilmente sfigurato ma questo non turba la donna dai capelli rossi al suo capezzale. Il cartellino ai piedi del letto dice che la paziente si chiama Whitney Frost ma si potrebbe dire che non è del tutto esatto.

-Ci sei tu la dentro, Bethany?- chiede la donna dai capelli rossi come se si aspettasse una risposta -E se sì, riesci a sentirmi? Dicono che a volte accade alle persone in coma. Non volevo che succedesse ma è accaduto. Io sono te adesso, sono Bethany Cabe in ogni senso: occupo il tuo corpo ed ho perfino tutti i tuoi ricordi. Chissà se a te accadrebbe lo stesso con i miei se fossi sveglia? All’inizio ho pensato che fosse una splendida opportunità per ricominciare tutto da capo, lasciarmi tutto alle spalle ed essere te, vivere la tua vita e per un po’ ha funzionato, poi mi sono accorta che non mi bastava, che volevo di più: l’eccitazione, l’adrenalina di essere ancora Madame Masque.-

La rossa estrae dalla borsetta una maschera dorata dalle fattezze femminili e se la pone sul viso poi continua il suo monologo:

-È come una droga sai? Probabilmente non capiresti cosa ho provato rimettendomi il costume e la maschera: è stato come tornare a vivere la mia vera vita. Tu sei l’unica con cui potevo parlarne. Dopotutto io sono te e tu… tu sei me.-

            I segni vitali della donna in coma subiscono un’improvvisa impennata come se avesse capito, poi tornano stabili.

 

 

4.

 

 

            Padiglione dei laboratori della Stark-Fujikawa. Sunset Bain riferisce gli ultimi sviluppi a due suoi associati.

-Coinvolgere Iron Man mi sembra una mossa azzardata.- commenta Ruby Thursday e se non avesse una sfera color rubino al posto della testa, chissà quale espressione mostrerebbe.

-Al contrario… è stata una mossa saggia.- ribatte Sunset -So con certezza che oltre alle risorse umane e finanziarie sue e del Cerchio Interno del Club Infernale, Shaw può contare su un certo numero di alleati superumani. Non so se siamo davvero in grado di respingerli da soli.-

-Bah!- interviene l’uomo al fianco di Ruby -Io potrei farli fuori senza troppo sforzo, ne sono certo.-

-Non ho dubbi, amico mio…- replica sorridendo Sunset -… ma ci servi altrove. Solo tu puoi risolverci quel problemino in Costa Verde.-

-Uhm… se lo dici tu.-

-Fidati di me.- ribatte Sunset ammiccante –E ora vai a prepararti per la partenza. Sai che mi aspetto solo il meglio da te.-

-E lo avrai.-

            L’uomo si allontana e Ruby Thursday si rivolge a Sunset:

-Sicura che sia stata una buona mossa?-

-Assolutamente. Sai quanto è instabile. Non posso rischiare che nel mezzo dello scontro perda il controllo ed il suo odio per Iron Man lo spinga ad assalirlo mettendoci tutti a rischio.-

-Credevo che fosse proprio il suo odio per Iron Man ad averti spinto a selezionarlo per il programma Steel Warrior.-

-Tutto a suo tempo. Ora Iron Man, chiunque ci sia in quell’armatura, ci serve vivo e pronto a combattere. Chiama Chet Harrigan e digli di tenersi pronto. Sarà la battaglia della sua vita.-

 

            La donna chiamata Caccia esita. Se sparasse contro le persone sotto di lei rischierebbe di uccidere il suo datore di lavoro e questo sarebbe un male per il suo onorario ma non può certo lasciarli fuggire.

-Li ho individuati.- comunica al suo capo -Vi ho appena trasmesso le coordinate.-

<<Bene. >> replica Firefight <<Non perderli di vista. Stiamo arrivando. Chiudo.>>

            Sotto di lei Mike O’Brien nell’armatura di Iron Man e Judith Klemmer la osservano.

-Preoccupati?- li irride il Conte Nefaria -Dovreste. Tu, mio buon amico in armatura, te la potresti cavare contro la Squadra della Morte, ma la deliziosa biondina qui presente non ha neanche una chance. Se mi liberi potrei fermarli e lasciarvi andare.-

<<Come se potessi davvero fidarmi di te.>> ribatte Mike.

-La parola di un Nefaria è sempre stata sacra per generazioni.- replica Nefaria con tono indignato.

<<Certo, come no. Judith tienilo sotto mira e al minimo gesto sospetto o se tentano di liberarlo fagli saltare la testa.>>

-Questo… questo non è da Iron Man. Tony Stark non…-

<<Tony Stark non è qui e quindi facciamo a modo mio.>>

-E se lui avesse degli scrupoli…- interviene Judith premendo la canna della sua arma alla nuca di Nefaria -… ti ricordo che io sono un’agente dello S.H.I.E.L.D. addestrata ad adottare soluzioni estreme.-

-Ne sono consapevole.- replica Nefaria abbozzando un sorriso -È davvero un peccato che una ragazza tanto bella sia anche…-

-Fa silenzio.-

            Mentre i due parlavano Iron Man è decollato verso Caccia. La ragazza non esita ad usare i suoi cannoni laser colpendolo in pieno. L’eroe in armatura comincia a precipitare verso il mare.

 

            Kathy Finch rientra nel suo appartamento e ci trova ad aspettarla sua madre con uno sguardo che non promette nulla di buono.

-Dove sei stata?- le chiede con voce dura Joanna Nivena Finch.

-Oh… un po’ in giro.- risponde lei evasiva.

-Con quel ragazzo… Tommy Byrnes… ci scommetto.-

-E se anche fosse? Che ci sarebbe di male?-

-Sei… sei ancora troppo giovane per i ragazzi, ecco che c’è.-

-Ho 13 anni… credo di essere abbastanza grande ormai per… per capire certe cose.-

-Kathy…- insiste Joanna -… sei ancora una bambina. Non sei pronta per… per quello e…-

-Non mi ritieni responsabile allora? E nemmeno Tommy quindi? O non sarà perché lui è figlio di un’impiegata e non è all’altezza di una Finch… o, meglio ancora, di una Stark?-

            Joanna avvampa ed arretra istintivamente.

-No!- replica forse con troppa enfasi -Questo non c’entra… io…-

            Ma Kathy non l’ascolta più, corre in camera sua sbattendosi alle spalle la porta.

            Maledizione, pensa Joanna, perché non sono più capace di comunicare con lei? Sta crescendo in fretta ed io sto rimanendo indietro.

 

 

5.

 

 

            Quando vede Tony Stark entrare nel suo ufficio Jim Rhodes sa che ci sono guai in vista. Da quando ha rinunciato a tutte le cariche operative Tony viene di rado alla REvolution preferendo lavorare nel suo laboratorio privato alla Stark Tower e sul suo viso c’è un’espressione che non promette nulla di buono.

-Che succede?- gli chiede.

-Un grosso guaio… almeno potenzialmente.- risponde Tony sedendosi davanti a lui.

            In breve gli spiega la situazione come Sunset Bain l’ha spiegata a lui ed alla fine Rhodey chiede:

-Perché dovremmo occuparcene noi? Che se la sbrighino quelli della Stark-Fujikawa. Non hanno il loro scagnozzo in armatura? Ci pensi lui… o pensano che non sia all’altezza?-

-Non so cosa pensi Sunset…- risponde Tony -… è sempre stata… difficile da capire ma se si è rivolta a me è chiaro che crede che le forze che Sebastian Shaw può mettere in campo sono davvero ingenti. Ho avuto la tentazione di mandarla al diavolo, ma poi ho pensato alla gente che lavora lì… un bel po’ li conosco da anni… c’è ancora qualcuno assunto da mio padre, credo. Forse Sunset li farà allontanare in vista dell’attacco ma… ci sono anche le guardie di sicurezza e poi… se il complesso fosse distrutto qualcuno potrebbe perdere il lavoro.-

-Ok… ti sei spiegato benissimo. Ti rendi conto che noi faremo il lavoro sporco per la Stark-Fujikawa salvandole le chiappe ed alla fine la S-F acquisirà le Industrie Shaw a prezzo di svendita diventando ancora più forte?-

-Lo so bene… ma che altro posso fare?-

-Nulla. Ovviamente sarò della partita e se non ti dispiace, coinvolgerò un vecchio amico: un altro po’ di artiglieria pesante ci farà comodo.-

-Se è chi penso io, mi sta bene… se lui è d’accordo.-

-Lascia fare a me.- Rhodey compone rapidamente un numero sul suo telefono cellulare -Parnell? Sono Rhodey. Ho una proposta da farti.-

 

            La figura color rosso e oro di Iron Man precipita a candela verso le acque del mare, poi si arresta di colpo e dalla maschera arriva una voce filtrata elettronicamente:

<<Sorpresa!>>

            Dalla piastra pettorale parte un uniraggio che prende in pieno Caccia danneggiandone l’armatura e facendola precipitare a sua volta.

            Mike O’Brien le arriva alle spalle afferrandola prima che piombi in acqua e la porta verso la terraferma.

            L’armatura è danneggiata seriamente e Mike le sfila l’elmetto per farla respirare meglio.

<<Sei anche una bella ragazza.>> commenta <<Che spreco di talento.>>

-Crepa.- ribatte lei.

<<Magari un altro giorno. Ora rimani qui mentre io penso ai tuoi amici.>>

            Improvvisamente delle bolas gli si avvolgono intorno imprigionandogli braccia e gambe. Le palle si rivelano delle granate che esplodono mentre Mike cade verso il mare.

-Perfetto.- commenta quello chiamato Boobytrap.

-Potevi uccidermi.- gli si rivolge con rabbia Caccia.

-Rischi del mestiere ragazza. Lo sapevi quando hai accettato il lavoro.-

<<Beh spero che il vostro contratto preveda una buona assicurazione sanitaria perché ne avrete tutti bisogno.>>

            Iron Man balza fuori dall’acqua e spara due raggi repulsori gemelli contro Boobytrap e Cortina che gli stava subito dietro.

            Firefight reagisce sparandogli una raffica di proiettili.

<<Andiamo… pensavi davvero di farmi male?>> replica Mike.

-Volevo solo guadagnare tempo per lui.

            Firefight si scosta rivelando quello chiamato Lanciarazzi, che tiene fede al suo nome sparando due mini missili agganciati ai suoi polsi.

            Solo l’esperienza di Mike gli consente di manovrare abbastanza in fretta da evitarne uno ma l’altro gli esplode vicino…  forse troppo vicino.

            Quando il fumo dell’esplosione si dissipa, tutti possono vedere la figura di Iron Man distesa in terra apparentemente esanime.

-L’ho steso.- esclama un trionfante Lanciarazzi.

           

            Il complesso industriale della Stark-Fujikawa è ancora illuminato dall’ultimo sole del pomeriggio quando due uomini ed una donna si presentano ai cancelli.

-Molto strano.- commenta uno dei due -Dov’è la guardia di sicurezza al cancello?-

-Sarà andato al bagno.- replica la donna -Oggi con tutti quegli aggeggi elettronici o telecamere a che serve avere un uomo qui? E poi… non ci fermerebbe comunque.-

            Mentre parla la donna ha srotolato una frusta con cui colpisce il cancello provocando un impulso che lo apre.

-Ora andiamo.- dice.

-Potevo farcela anch’io.- aggiunge uno dei due uomini liberandosi di impermeabile e cappello e rivelando il costume di Melter.

-Certo… come no…- ribatte, sprezzante la donna chiamata Whiplash -Ora chiama gli altri.-

            Avanzano all’interno del perimetro ed ecco che arrivano delle guardie di sicurezza ma il terzo uomo le imprigiona in un blocco di ghiaccio.

-Ben fatto Blizzard.- commenta la donna -Ma adesso diamoci da fare: ci pagano per radere al suolo questo posto dopotutto.-

            Da un altro lato irrompono degli assalitori che ad uno sguardo attento o da uno scanner sarebbero identificati come cyborg. Si fanno chiamare Reavers e sanno essere molto pericolosi.

            Da un’altra parte ancora ecco arrivare un velivolo da cui sbarcano un uomo massiccio a petto nudo la cui faccia è nascosta da un cappuccio, una donna dai lunghi capelli neri che indossa solo corpetto, perizoma, mantello e stivali tutti neri ed un uomo biondo coi capelli annodati in un codino e abiti settecenteschi.

-C’è qualcosa che non va.- dice l’uomo col cappuccio -Troppo silenzio. Dove sono tutti?-

-Tu ti preoccupi troppo Shaw.- gli replica l’uomo di nome Donald Pierce.

-Niente nomi mentre siamo qui. Se proprio devi usarne uno, chiamami Re Nero.-

-Ah!-

            In quel momento la porta di un padiglione si apre e una voce elettronica scandisce:

<<Se volete un po’ di azione… noi siamo qui.>>

            Davanti a loro: Iron Man, War Machine e Warwear. Sebastian Shaw capisce che le cose non saranno facili come sperava.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Praticamente nulla da dire su quest’episodio, passiamo, quindi, a parlare del prossimo, dove vedremo ben quattro guerrieri in armatura contro il Cerchio Interno del Club Infernale mentre sulla Costa Azzurra un altro Iron Man deve pensare a sopravvivere. Tutto questo ed anche qualche indizio in più sul misterioso alleato di Sunset Bain. Non mancate.

 

 

Carlo